L'elisir di Ferrario

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Il digitale come elisir di lunga vita. Materiale deteriorabile e organico guadagna la vita eterna, o quasi, grazie a Giovanni Ferrario, artista milanese classe ’73 che ha esposto presso il Museo della Permanente a Milano, C/O Careof a Milano, CACT a Bellinzona, Isola Art Center a Milano, Analix Forever a Ginevra, Gian Ferrari Arte Contemporanea a Milano, Palazzo delle Esposizioni a Roma, Luciano Inga-Pin Contemporary Art a Milano, Galleria Neon a Bologna, Corraini Arte Contemporanea a Mantova, Armory a Perugia e al MART a Rovereto.

L’orto dei semplici è il nuovo appuntamento di MuDi Contemporanea al Museo Diocesano. Sono composizioni-sculture di fiori, verdure e rimasugli quotidiani, poste sul piano trasparente di uno scanner,che come un contemporaneo Saint Germain dona loro una goccia di eternità, digitalizzandole e fissandole nel tempo.

“Giovanni Ferrario raccoglie elementi rarefatti della natura e li propone in un nuovo insieme, dove è possibile valutare l’intensa poesia del dettaglio: petali, fili d’erba, pistilli... ciò che resta di un fiore. In una successione indeterminata di immagini si viene ricomponendo un giardino ideale, dove è possibile riconoscere la verità della bellezza dalle sue sofisticazioni. Ciò che era, ancora sarà, perché questo è il miracolo dell’arte. E questa la questione dell’immagine, a cui l’artista non può sfuggire. Non solo l’idea, non solo il concetto, ma ciò che ancora prima dell’idea, del concetto l’occhio vedeva, le dita toccavano… margherite, erbe”.
Paolo Biscottini nella presentazione del volume “L’orto dei semplici. Dialogo sull’immagine e sull’arte” (Edizioni Biblion) che accompagna la mostra.

A questa sezione si aggiunge la serie “Cortecce”: Vanità, Cosmicomiche, Devozioni domestiche, La traversata dell’oasi, Storia semplice; cinque libri creati con stampa digitale su carta di cotone. Muovendo i testi originali in fase di scannerizzazione, Ferraio fa assumere alle stampe colorazioni e forme spezzate del tutto inedite.

Giovanni Ferrario ha insegnato allo IED di Milano e dal 2004 insegna Fenomenologia e critica d’arte presso l’Università Cattolica di Milano e nel 2003 ha vinto il Computer art award presso il MART di Rovereto.


29 gennaio 2010 – 28 febbraio 2010
Museo Diocesano

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